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GIUSEPPE DANNECKER (1863–1916). NELLA FUCINA OPERISTICA DELLA “GRANDE TRIESTE”

“GIUSEPPE DANNECKER (1863 – 1916) NELLA FUCINA OPERISTICA DELLA ‘GRANDE TRIESTE’” è il titolo dell’appuntamento in programma lunedì 27 aprile, alle ore 17.30, nell’ambito dei “Lunedì dello Schmidl”, presso la Sala “Bobi Bazlen” al piano terra di Palazzo Gopcevich, organizzato nel segno della collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” e il Circolo della Cultura e delle Arti.
A delineare il ritratto biografico e musicale di Giuseppe Dannecker saranno le parole di Stefano Bianchi e le esecuzioni della pianista Adele D’Aronzo e della soprano Monica Cesar.
L’appuntamento si colloca nel contesto di una serie di approfondimenti dedicati alla produzione musicale a Trieste negli ultimi decenni dell’impero absburgico, a margine della mostra “La grande Trieste. 1891-1914”, visitabile al Salone degli Incanti-ex Pescheria fino al 3 maggio e nell’ambito della quale il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” ha realizzato la sezione “Scatola magica: i luoghi della musica e dello spettacolo”.
Nato e morto a Trieste, rispettivamente l’8 novembre del 1863 ed il 1° giugno del 1916, Dannecker ottenne un lusinghiero successo nella sua città natale sulle scene del Teatro Fenice nella primavera del 1910 con l’opera “La pietà”, successivamente applaudita anche al Rossini di Venezia ed al Verdi di Bologna, con il titolo di “Marinka”. L’appuntamento di lunedì sarà dunque occasione per offrire all’ascolto la musica di un compositore triestino che ha vissuto in prima persona la temperie musicale della “Grande Trieste” e che rivive oggi allo “Schmidl” grazie alla donazione dei suoi materiali musicali da parte della nipote Licia Dannecker de Szombathely. L’appuntamento si configura come una preziosa opportunità per sfogliare le pagine non soltanto operistiche di Giuseppe Dannecker, ma anche alcuni fogli d’album vocali e pianistici, oltre ad una corposa Sonata per pianoforte edita dallo stesso Carlo Schmidl alle soglie del Novecento.
Giuseppe Dannecker scomparve all’età di cinquantatré anni, «reduce fresco da Vienna, dove aveva fatto prolungato soggiorno», come si legge sull’ “Osservatore Triestino” del 4 giugno del 1916. “In lui sparisce – si legge ancora nel necrologio – una simpatica figura di compositore e di studioso. Appassionato cultore dei classici e nominatamente di Sebastiano Bach, del quale si era fatto la cotidiana lettura, Giuseppe Dannecker aveva esplicato coltura, talento e buon gusto e in musica da camera e nel dramma lirico. La sua opera “Pietà”, data al Teatro Fenice, era stata una bella affermazione e una più bella promessa. Vi si ammirarono particolarmente la elezione della linea e la magistrale elaborazione del coro. Cittadino d’ottimo cuore, di esemplare dirittura, di modestia fin soverchia, egli fu amato e beneviso da quanti lo avvicinarono, e la sua improvvisa morte è stata appresa nei circoli musicali con vivo dolore”.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Comts/RF

Palazzo Gopcevich

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