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Il Teatro Nuovo di Trieste

“Il Teatro Nuovo di Trieste, un progetto di Umberto Nordio e Aldo Cervi con la collaborazione di Luciano Damiani” è il titolo della conferenza di Diana Barillari, docente presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste, in programma lunedì 9 febbraio , alle ore 17.30, nell’ambito dei “Lunedì dello Schmidl”, presso la Sala “Bobi Bazlen”, al piano terra di Palazzo Gopcevich (Via Rossini 4).

Si tratta del primo di due appuntamenti (il secondo è in calendario per lunedì 23 febbraio) programmati a margine della mostra “In scena a Trieste. I sessant’anni del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia nelle collezioni del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmdil””, visitabile presso la Sala “Attilio Selva” (al piano terra di Palazzo Gopcevich), fino a domenica 1 marzo 2015.

Il 22 dicembre del 1954, la messa in scena al Teatro Nuovo di Via Giustiniano della «Donna di garbo» di Carlo Goldoni dà il via alla sessantennale storia del Teatro Stabile. Ma qual è la genesi della sala teatrale destinata ad essere la ‘casa’ dello Stabile nei suoi primi otto anni di vita? E quale ne sarà il destino? Introdotta da Stefano Bianchi, Conservatore dello “Schmidl”, e da Franco Però, Direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, sarà dunque Diana Barillari a dare una risposta a questi interrogativi.

Le vicende di questo ‘contenitore’ sono legate alla realizzazione della Casa centrale del Balilla progettata da Umberto Nordio e Raffaello Battigelli (1934) in piazza Oberdan, la cui costruzione si interrompe nel 1943 per riprendere nel 1945. Durante il periodo del Governo Militare Alleato, la sala viene utilizzata come cinema per le truppe americane, ma ben presto si pone il problema della definitiva funzione da assegnare all’edificio da poco completato. Tra le numerose proposte (anche quella di una Casa dell’Auto!) prevale quella di fare dell’edificio la sede di enti e istituzioni culturali. L’architetto Nordio, che continua a seguire i diversi progetti, nel 1950 presenta una soluzione molto interessante per un Auditorium. È qui dunque che vanno in scena «La donna di garbo» e le prime otto stagioni del Teatro Stabile. A seguito della demolizione del Teatro Nuovo, deliberata nell’estate del 1962 in concomitanza con l’avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo palazzo della RAI, Umberto Nordio ed Aldo Cervi vengono incaricati di progettare un nuovo Teatro Nuovo. Il progetto, con la partecipazione dello scenografo Luciano Damiani per la concezione del palcoscenico e di tutti gli aspetti tecnici ad esso connessi, sarà puntualmente portato a termine, ma non sarà mai realizzato.

La storia del Teatro Nuovo viene presentata ai «Lunedì dello Schmidl» anche nel segno della collaborazione con la Società di Minerva e sulla scorta della documentazione raccolta nell’ambito di un progetto di ricerca sul palazzo del consiglio regionale, coordinato da Diana Barillari, che ha coinvolto gli studenti della laurea magistrale in Ingegneria Civile, in collaborazione con il professor Edino Valcovich.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Comts/RF

Palazzo Gopcevich

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