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Lunedi’ dello Schmidl: Luisa Miller

Conversazione con ascolti
a cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

Lunedì 29 febbraio, alle ore 17.30, nell’ambito del ‘cartellone’ dei “Lunedì dello Schmidl”, il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, in collaborazione con l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”, propone una guida all’ascolto di «Luisa Miller», melodramma tragico in tre atti di Salvatore Cammarano, da «Kabale und Liebe» di Friedrich Schiller, su musica di Giuseppe Verdi. L’opera sarà in scena a Trieste dal 4 al 12 marzo, per la stagione del Teatro Lirico Giuseppe Verdi, nell’allestimento firmato da Denis Krief per il Teatro Regio di Parma. La guida all’ascolto, col supporto di esempi musicali e video, è a cura da Elisabetta d’Erme, presidente degli “Amici della Lirica”.

«Luisa Miller» può essere letta come una versione tragica della favola di Cenerentola. L’invidia e la cattiveria riescono qui infatti nel loro scopo d’impedire l’unione di una povera e bella giovane con il suo ricco principe. Il debutto della «Luisa Miller» al Teatro San Carlo di Napoli (8 dicembre 1849) segnò per Giuseppe Verdi un momento di passaggio dalla produzione giovanile ai capolavori della ‘trilogia popolare’. Con «Rigoletto» e «Trovatore», «Luisa Miller» condivide il carattere dolorosamente beffardo. I tre lavori si concludono col rovesciamento delle situazioni precedenti: chi aveva pregustato l’acre sapore della vendetta è punito dallo stesso castigo che ha voluto infliggere. Le trame di Wurm, perfido burocrate del male, fanno sfociare in un finale a tinte fosche il dramma di Luisa, in un’opera pervasa da un clima prettamente romantico.

Il “dramma borghese” di Schiller sollecitò a Verdi una serie di soluzioni drammatiche e musicali inedite, a partire dall’originalissima sinfonia d’apertura, passando attraverso la sperimentazione di melodie per una serie di voci “scure”. Tra i protagonisti dell’opera figurano due bassi, un baritono e un mezzosoprano. Da questa combinazione Verdi trasse interessanti risultati, soprattutto nel concertato del 2° atto. Il lavoro, sebbene sia infinitamente meno frequentato dei successivi titoli della “trilogia popolare”, allinea numerose pagine celebri, dalle arie di Luisa «lo vidi al primo palpito» e «Tu puniscimi o signore», all’aria di Rodolfo «Quando le sere al placido», fino al notissimo duetto tra Luisa e il padre «Andrem, raminghi e poveri».

A Trieste l’opera fece la sua prima rappresentazione al Teatro Grande nella stagione d’autunno del 1850, a dieci mesi dalla première napoletana. Sullo stesso palcoscenico avrebbe fatto ritorno nel 1851, nel 1853, nel 1855, nel 1856, nel 1870, nel 1965, nel 1978 e nel 1990.

L’ingresso alla manifestazione di lunedì 29 febbraio è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Palazzo Gopcevich

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