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Andrea Chénier

Lunedì 13 maggio 2019 ore 18.00
Sesto appuntamento con RACCONTA L’OPERA
Ciclo di conversazioni con ascolti
a cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

Per il cartellone dei “Lunedì dello Schmidl” è dedicata a «Andrea Chénier» di Umberto Giordano la sesta tappa di «RACCONTA L’OPERA», il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste. L’appuntamento è per lunedì 13 maggio 2019, con inizio alle ore 18.00 (anziché, come di consueto, alle ore 17.30), presso la Sala Bobi Bazlen al piano terra di Palazzo Gopcevich in Via Rossini, 4.
L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.
L’opera, nella produzione firmata da Sarah Schinasi (scene di William Orlandi costumi di Jesus Ruiz) e nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione con il Teatro Opera SNG di Maribor, sarà in scena dal 17 al 26 maggio al “Verdi” di Trieste per la direzione musicale del Maestro Fabrizio Maria Carminati, maestro del Coro Francesca Tosi.

Allo “Schmidl” sarà la musicologa Rossana Paliaga a raccontare l’opera del compositore pugliese, avvalendosi anche di esempi musicali e video.
“Andrea Chénier” è l’opera più famosa di Umberto Giordano ed è un dramma di ambiente storico ispirato alla vita del poeta francese André Chénier su libretto di Luigi Illica, strutturato in quattro quadri e ambientato a Parigi negli anni della Rivoluzione francese e del successivo periodo del Terrore. Il primo di questi si svolge nel castello di Coigny, teatro di una grande festa organizzata dalla Contessa, indifferente alle avvisaglie della rivoluzione ormai imminente. Durante la serata, gli invitati fanno la conoscenza del poeta André Chénier, che sarà costretto a difendersi dalle critiche della contessina Maddalena alla sua poesia e al concetto di amore con un monologo travolgente e intriso di passione per la sua arte. Subito dopo irrompono nella sala dei mendicanti guidati dal maggiordomo Gérard, che trova il coraggio di ribellarsi alla Contessa licenziandosi per unirsi alla rivoluzione. Il secondo quadro è ambientato a Parigi, durante il periodo del Terrore imposto da Robespierre. E’ il giugno del 1794 e sono ormai passati 5 anni dalla festa del primo atto; Gérard è diventato un uomo di potere tra i rivoluzionari che governano la città mentre Chénier è costantemente controllato e pedinato da uno degli scagnozzi di Gérard. L’amico Rouger lo avverte del pericolo e cerca di convincerlo a lasciare Parigi, ma il poeta è trattenuto dalla curiosità per l’identità di una giovane donna che gli scrive cercando la sua protezione e che deve incontrare poco dopo. La misteriosa fanciulla altri non è che Maddalena di Coigny, rimasta orfana e senza dimora, aiutata soltanto dalla mulatta Bersi, un tempo sua cameriera. Tra i due divampa subito la passione ma, avvisato dalla sua spia, tempestivamente arriva Gérard che, innamorato da sempre di Maddalena, affronta il rivale Chénier in duello. Quest’ultimo ha la meglio e il rivoluzionario, ferito gravemente, li lascia andare via, non rivelando a nessuno l’identità del suo assalitore per permettergli di proteggere la ragazza. Il terzo quadro è ambientato nel tribunale rivoluzionario, dove Gérard firma il mandato di arresto per Chénier, che viene portato lì dopo poco. Arriva anche Maddalena a supplicare il suo ex servitore di risparmiare l’amante, promettendo di concedersi a lui. Gérard frena i suoi istinti e, pentito di aver accusato ingiustamente il poeta, cerca di revocare l’arresto, ma ormai è troppo tardi : il processo avviene e, nonostante gli sforzi di Gérard, Andrea Chénier è condannato a morte da Robespierre. Infine il quarto quadro ha luogo nella prigione, dove il condannato scrive i suoi ultimi versi. Maddalena riesce ad entrare nella sua cella e, corrompendo la guardia, si scambia con la giovane prigioniera destinata a morire quel giorno insieme a Chénier. Così i due amanti, uniti per sempre, vengono portati insieme sul patibolo.

Andata in scena in prima assoluta il 28 marzo 1896 alla Scala di Milano, l’opera ottenne un successo trionfale, diventando anche un punto di riferimento per i compositori contemporanei. Il libretto di Luigi Illica reca didascalie dettagliatissime, frutto delle accurate letture effettuate dal suo autore, che voleva essere certo di restituire fedelmente il quadro storico in tutti i suoi particolari, mentre Giordano dipinge musicalmente l’ambiente attenendosi ai canoni della Giovine Scuola, ovvero la musica è priva di abbellimenti e prevale la cantabilità dei grandi monologhi che esprime il sentimento dei protagonisti, in opposizione alla concitazione e al parlato dei personaggi minori. Inoltre, alla fluidità del discorso narrativo contribuisce grandemente anche la scrittura orchestrale, che sostiene la gestualità dei personaggi e la narrazione del dramma, puntando soprattutto all’immediatezza dell’effetto e della comunicazione più che all’introspezione o all’approfondimento psicologico. Tra i brani più famosi ricordiamo l’improvviso di Chénier “Un dì all’azzurro spazio” nel primo atto, il duetto del secondo atto “Ecco l’altare” cantato da Maddalena e Chénier, il monologo di Gérard “Nemico della patria” e il racconto di Maddalena “La mamma morta” del terzo atto e, nel quarto atto, l’aria di Chénier “Come un bel dì di maggio” e il duetto finale “Vicino a te s’acqueta”.

L’ingresso alla manifestazione è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Palazzo Gopcevich

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