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I bozzetti di Lorenzo Guidicelli e lo scenografo Ulderico Manani per il nuovo appuntamento con lo Schmidl di Sera

VISITE GUIDATE, APPROFONDIMENTI, INCONTRI: MARTEDÌ 29 LUGLIO 2014, DALLE 20.00 ALLE 23.00, AL CIVICO MUSEO TEATRALE “CARLO SCHMIDL”

Lo scenografo Ulderico Manani e la meravigliosa serie di ventitré bozzetti di Lorenzo Guidicelli (1813-1893), recentemente donata al Museo Teatrale da Querida Sovelli Buffulini e Elisabetta Buffulini, saranno i protagonisti, martedì 29 luglio, dell’ultimo appuntamento estivo con LO “SCHMIDL” DI SERA, la proposta di aperture in orario serale del Museo, nella propria sede di Palazzo Gopcevich (Via Rossini, 4), dalle 20 alle 23, con visite guidate, approfondimenti e incontri.

Sarà il Conservatore dello “Schmidl”, Stefano Bianchi, a proporre una visita guidata, con inizio alle ore 20.15, al percorso espositivo permanente, al primo piano del Palazzo, nonché alla mostra LA SCENA DIPINTA: bozzetti e figurini nelle collezioni del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, presso la Sala “Attilio Selva” al piano terra.

A seguire, con inizio alle 21.30, l’ultimo di un ciclo di incontri sul tema della “scena triestina” con alcuni dei suoi protagonisti. Sarà lo scenografo Ulderico Manani, a margine della mostra LA SCENA DIPINTA, a ‘raccontarsi’, con particolare attenzione alla propria esperienza sul palcoscenico del Teatro Verdi. Architetto, scenografo, coreografo, incisore, scultore, pittore, Manani è personaggio di grande cultura. Nato a Sorgà, in provincia di Verona, vive a Mestre. Il suo impegno nel campo della scenografia di opere musicali lo ha portato dall’Italia alla Francia, alla Germania, agli Stati Uniti. A Trieste ha firmato le scene di «Fidelio» (1990), «I maestri cantori di Norimberga» (1992), «Tristano e Isotta» (1996), «Don Carlo» (1997), «Stiffelio»  (2000) e «Il crepuscolo degli dei» (2001), oltre a quelle di due spettacoli di prosa al Teatro Cristallo: «La presidentessa» (1990) e «O di uno o di nessuno» (2001).

 

Sarà questa l’occasione per illustrare la donazione al Museo Teatrale, da parte di Alba Noella Picotti Licalsi, di cinque bozzetti inediti di Manani per un «Macbeth» verdiano, progettato nel 1999 (e rimasto irrealizzato) assieme al regista Mario Licalsi.

E sarà l’occasione per presentare la serie di bozzetti di Lorenzo Guidicelli, donata dalla famiglia Buffulini, che viene ad arricchire la raccolta dello “Schmidl” con il nome di un protagonista di assoluto prestigio della scena triestina ottocentesca.

Nato a Trieste nel 1813, dopo aver lavorato come scenografo in Toscana, terra d’origine della sua famiglia, Lorenzo Guidicelli fece ritorno nella città natale, dove divenne allievo e collaboratore dello scenografo Pietro Pupilli, con il quale iniziò a lavorare nel Teatro Grande (poi Teatro Comunale e ora Teatro Giuseppe Verdi) nella stagione di Carnevale-Quaresima 1853-1854. La collaborazione con Pupilli continuò fino al 1855, quando il maestro si trasferì a Gorizia. Guidicelli iniziò così a lavorare con Giuseppe e Pietro Bertoja: si citano come esempio le scene per il «Don Sebastiano» (1854) di Gaetano Donizetti, per «Il consiglio dei Dieci» di Lucio Campiani (1858), nonché il ballo del coreografo Paolo Taglioni «Bianchi e neri» (1858). Dopo aver lavorato con i Bertoja, nel 1861 collaborò con Cesare Recanatini. Interruppe la sua attività Teatro Comunale di Trieste fino al 1866, anno in cui entrò in pianta stabile nello staff teatrale come scenografo. Tra i suoi lavori si ricordano le scene per «La contessa di Amalfi» di Errico Petrella (1866-1867), che furono noleggiate anche dall’impresario del Teatro Nuovo di Firenze Oreste Scarlatti, e le scene per «Don Checco» di Nicola De Giosa (1868-1869). Guidicelli lavorò pure per il Teatro Nobile di Zara, realizzando nel 1853 le scene per «Crispino e la comare» di Luigi e Federico Ricci, «Don Pasquale» di Gaetano Donizetti, «Norma» e «La sonnambula» di Vincenzo Bellini. Per il Teatro di Zara realizzò nel 1859 il sipario. A Zara lavorò nuovamente come scenografo nel 1861 e 1862 per varie opere quali «Vittor Pisani» di Achille Peri e «Lucia di Lammermoor» di Donizetti. Altri teatri per cui eseguì le scenografie furono il Politeama di Firenze (1870) e il Teatro di Pola (1871), sempre comunque continuando a lavorare per il Teatro Comunale di Trieste fino al 1877 quando, con grande sdegno dei critici e del pubblico, fu sostituito da Cesare Recanatini. Si ricordano qui le scene per «La favorita» di Gaetano Donizetti, messa in scena a Trieste nel 1872-1873. Invitato a realizzare le scene per la stagione inaugurale del Politeama Rossetti nel 1878, per il medesimo teatro realizzò in seguito le scenografie per varie opere, tra cui l’«Aida» di Giuseppe Verdi nel 1879. Negli anni Ottanta riprese a lavorare per il Teatro Comunale, prestando contemporaneamente il suo servizio ancora al Rossetti e in altri teatri triestini, quali il Filodrammatico e il Fenice, lavorando continuativamente fino alla morte, avvenuta a Trieste nel 1893.

Nella serie di ventitré acquerelli, appartenuti a Oreste Basilio ed oggetto della donazione Buffulini, accanto a scene non attribuibili con certezza ad una singola opera, spiccano quelle per «Semiramide» e «Ballo in maschera», «Don Checco», «Matilde di Chabran», «La contessa di Amalfi», «Don Diego» e «La favorita».

Le proposte in programma vengono offerte gratuitamente ai visitatori in possesso del normale biglietto di ingresso al Museo (intero euro 4,00; ridotto euro 3,00; gratuito per i bambini fino a 6 anni non compiuti).

Comts/RF

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