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L’elisir d’amore

Quarto appuntamento con
RACCONTA L’OPERA
Ciclo di conversazioni con ascolti
a cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

Lunedì 11 marzo 2019
ore 18.00

Lunedì 11 marzo 2019, con inizio alle ore 18.00 (anziché alle ore 17.30), Per il cartellone dei “Lunedì dello Schmidl” è dedicata a «L’ELISIR D’AMORE» di Gaetano Donizetti la quarta tappa di «RACCONTA L’OPERA», il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle
opere in scena al Teatro Verdi di Trieste. L’appuntamento è per lunedì 11 marzo 2019, con inizio alle ore 18.00 (anziché, come di consueto, alle ore 17.30), presso la Sala Bobi Bazlen al piano terra di Palazzo Gocpevich in Via Rossini, 4.
L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.
L’opera, nella produzione firmata da Victor Garcia Sierra e nell’allestimento del Nausica Opera International, sarà in scena dal 15 al 23 marzo al “Verdi” di Trieste per la direzione musicale del Maestro croato Simon Krecic.
Allo “Schmidl” sarà la giornalista Elisabetta D’Erme a raccontare l’opera del compositore bergamasco, col supporto di esempi musicali e video e con la partecipazione, quale ospite d’onore, del basso Dario Giorgelè che, in questa edizione, interpreta il ruolo di Dulcamara.
Celeberrima partitura nell’ampio catalogo del compositore bergamasco, «L’Elisir d’amore» è un melodramma giocoso in due atti su libretto di Felice Romani, che trasse ispirazione dal testo «Le philtre» scritto da Eugène Scribe per il compositore Daniel Auber. La storia ruota attorno alle vicende dell’umile contadino Nemorino, innamorato della bella e ricca Adina ma incapace di dichiararsi. La situazione si sblocca improvvisamente quanto arriva in paese il misterioso Dulcamara (tipico esempio della figura del ciarlatano in Donizetti) che – fingendosi dottore – vende all’ingenuo Nemorino un fantomatico elisir d’amore. Il magico filtro altro non è che una
semplice bottiglia di vino rosso ma il giovane contadino ci crede, se lo beve tutto d’un fiato e, come per vera magia, trova il coraggio di dichiararsi all’amata Adina. Naturalmente ci vorranno altri inghippi e intoppi prima che il giovanotto riesca a conquistare definitivamente la sua bella ma, alla fine, l’happy end è garantito e il divertimento degli spettatori pure. Composta da Donizetti
in sole due settimane, l’opera andò in scena per la prima volta il 12 maggio 1832 al Teatro della Cannobiana di Milano, ottenendo subito un grande successo, grazie allo scorrere incessante di arie, duetti e interventi corali di grande presa e fascinazione melodica.
A Trieste, «L’elisir d’amore» fece la sua prima apparizione sulle scene dell’allora Teatro “Grande” (già “Nuovo”, quindi “Comunale” ed infine “Verdi”) nel febbraio del 1834. Nello stesso teatro sarebbe riapparso in successivi ulteriori 24 allestimenti, l’ultimo dei quali risale al dicembre del 2015, venendo nel frattempo rappresentato numerose volte presso altri teatri cittadini.

Definita in partitura ‘melodramma giocoso’, in essa trova spazio anche l’elemento patetico, che raggiunge il vertice nel brano più noto dell’opera ovvero nella celeberrima «Furtiva lagrima» ricamata dalla tenorile voce del protagonista Nemorino. Tra le altre pagine famose ricordiamo anche la sua cavatina «Quanto è bella, quanto è cara», l’aria di Adina «Della crudele Isotta», la cavatina di Dulcamara «Udite, udite o rustici» e il duetto «Prendi, per me sei libero».
L’ingresso alla manifestazione è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Palazzo Gopcevich

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