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3. I teatri di Trieste

I teatri di Trieste

Le vetrine lungo il corridoio sono dedicate ai numerosi teatri di Trieste, lungo un arco di tempo che va dall’inizio del ’700 a oggi. Alcuni ancora in attività, altri non più esistenti, essi rappresentano una città che per oltre due secoli ha vissuto a teatro una parte fondamentale della sua vita sociale e culturale.

I teatri erano frequentati dagli esponenti delle classi sociali elevate, ma anche da comuni cittadini, grazie a una flessibilità di programmazione oggi non comune: fino almeno agli anni ’30 del ’900, infatti, uno stesso edificio poteva ospitare stagioni sia di lirica che di prosa, oltre a balli in maschera, iniziative pubbliche quali comizi e assemblee, competizioni sportive e perfino il circo equestre.

L’itinerario proposto, introdotto dal frammento di affresco proveniente dallo scomparso Teatro Armonia, vuole illustrare questa varietà, raccontando ogni edificio teatrale attraverso immagini, documenti d’archivio e oggetti legati ad avvenimenti curiosi.

A parete è esposta una selezione degli oltre 100.000 manifesti teatrali posseduti dal Museo.

Teatro San Pietro

Elegante edificio di forme palladiane, sorse tra 1691 e 1707 in piazza Grande (l’odierna piazza Unità d’Italia) come palazzo municipale e fu contemporaneamente utilizzato come Borsa e teatro, uso quest’ultimo che divenne esclusivo dal 1751. Vi si alternavano stagioni d’opera e danza, stagioni di prosa, balli mascherati e gioco d’azzardo, rispettando la chiusura al venerdì e in occasione delle feste religiose imposta dall’imperatrice Maria Teresa, che contrastò anche il vizio del gioco, sicura fonte di reddito per il teatro. Le precarie condizioni dell’edificio e i suoi spazi insufficienti alle esigenze del pubblico resero presto necessaria l’erezione di un nuovo teatro. Fu demolito nel 1822.

Teatro Verdi

Il Teatro Nuovo fu eretto nel 1798 su progetto di Giannantonio Selva, autore del Teatro La Fenice di Venezia. La facciata, ideata da Matteo Pertsch, si ispira al Teatro alla Scala di Milano di Giuseppe Piermarini. Fornito di un Ridotto, fu inaugurato il 21 aprile 1801 con Ginevra di Scozia di Johann Simon Mayr. Nel 1820 fu chiamato Teatro Grande e nel 1861 Teatro Comunale. Il 27 gennaio 1901 fu intitolato a Giuseppe Verdi, poche ore dopo la sua scomparsa. Più volte abbellito e restaurato, la sua capienza raggiunse nel 1884 i 2000 posti. L’ultimo restauro, che ha interessato anche il palcoscenico, si è svolto tra 1992 e 1997, con il trasferimento delle attività teatrali nella Sala Tripcovich. Fu riaperto il 16 maggio 1997 con un concerto dedicato a Verdi.

Teatro Mauroner

Fu edificato per volontà di Leopoldo Mauroner nel 1826 su progetto di Jacopo Ferrari e Domenico Corti in corsia Stadion (oggi via Battisti) e occupò l’attuale area compresa tra via Battisti e via San Francesco. Si presentava come un anfiteatro coperto, con l’arena recintata da gradinate, grandi finestre e sale decorate per concerti e balli. Popolare e assai frequentato, aveva una capienza di ben 3500 persone. Fu inaugurato il 6 ottobre 1827 con uno spettacolo della compagnia equestre Alessandro Guerra. Divenne luogo di feste e manifestazioni patriottiche della Società Operaia Triestina e della Società Ginnastica. Fu distrutto da un incendio il 27 maggio 1876.

Teatro Corti

L’edificio, progettato da Tommaso Canella e Domenico Corti, sorse in salita Montanelli (attigua a Palazzo Vivante) nel 1845 a spese di Francesco Hermet che lo adibì a sala teatrale. Chiamato Circo Corti, nel 1848 prese temporaneamente il nome di Teatro Nazionale e, dopo la morte del progettista, fu rinominato Teatro Corti. Non ottenendo tuttavia un grande successo, dopo 12 anni venne trasformato in cavallerizza e successivamente in Garage Savoia. Fu demolito nel 1929.

Teatro Filodrammatico

Costruito in via degli Artisti, ai piedi del colle di San Giusto, su progetto di Giuseppe Fontana, dal 1829 fu gestito dalla Società Filarmonico-Drammatica. Sotto la direzione di Francesco Hermet fino al 1839, propose spettacoli di prosa, lirica, operetta e arte varia. Restaurato nel 1853, fu riaperto nel 1879. Nel 1907, in seguito all’incendio di una pellicola cinematografica, il gestore Rodolfo Ullmann lo chiuse e fondò il Nuovo Filodrammatico, poi Eden, in via dell’Acquedotto (odierno Cinema Ambasciatori, in viale XX Settembre). Riaperto il 27 dicembre 1921, ospitò spettacoli di danza, lirica e prosa, concerti e proiezioni cinematografiche. Nel 1926 prese il nome di Cinema del Corso. Fu chiuso nel 1971.

Teatro Fenice

Edificato su progetto di Ruggero Berlam sul luogo del Teatro Mauroner e inaugurato il 27 agosto 1879 con La forza del destino di Giuseppe Verdi, aveva un solo ordine di palchi e una galleria balaustrata su cui si aprivano grandi finestre. Restaurato all’inizio del ’900 da Ruggero e Arduino Berlam, si arricchì di un’ornamentazione plastica molto ricca ed elaborata; la decorazione dell’arco scenico fu realizzata da Antonio Lonza, quella del soffitto, con attori e mimi affacciati al cornicione del proscenio, da Eugenio Scomparini. Usato anche per proiezioni cinematografiche, divenne esclusivamente cinema negli anni ’50 e tale rimase fino al 1988, quando fu distrutto da un incendio.

Teatro Armonia

Commissionato da Francesco Hermet e progettato da Andrea Scala, si trovava tra piazza della Legna (oggi piazza Goldoni) e via del Torrente (via Carducci). L’esterno era decorato nella parte sommitale da 14 cariatidi scolpite da Angelo Cameroni. La splendida sala “all’italiana” aveva quattro ordini di palchi e un loggione a gradoni, con figure allegoriche dipinte a fresco sul soffitto da Domenico Fabris. Cornici a stucco e statue rappresentanti l’Armonia tra le muse Talia e Melpomene decoravano il proscenio. Inaugurato l’8 agosto 1857 con Poliuto di Gaetano Donizetti, ospitò prevalentemente le rappresentazioni della Società Filarmonico-Drammatica. Nel 1902 prese il nome di Teatro Goldoni. Chiuso nel 1907, fu demolito nel 1912.

Politeama Rossetti

Fu costruito in un solo anno, su progetto di Nicolò Bruno, sul pendio di una collina in una zona allora periferica, già adibita a spettacoli in strutture temporanee. Inaugurato il 27 aprile 1878 con Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, era dotato di una cupola di ferro apribile a settori. Fu destinato sin dalle origini, come suggerisce il termine “politeama”, a ospitare manifestazioni dei generi più disparati, anche popolari. Due volte restaurato da Umberto Nordio, nel 1928 e nel 1967, è stato sottoposto a un nuovo, radicale intervento di ristrutturazione tra 1999 e 2001, durante il quale le attività teatrali si sono svolte presso la Sala Tripcovich. Dal 1969 è sede del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Teatro Nazionale

Costruito in viale XX Settembre tra via Giotto e via Rossetti, fu inaugurato il 30 ottobre 1921 con la dicitura «Fu edificato nell’anno dell’annessione MCMXXI». Il proprietario dell’edificio preesistente, Guglielmo Eppinger, aveva accolto l’idea della Leoni Film e dell’impresario Enrico Wölfler di costruire un edificio moderno che si armonizzasse con il viale, boulevard cittadino, e di offrire una moderna sala di prosa alla città. Progettato dall’ingegner Antonio Bruna e costruito dagli ingegneri Polzer e Cinta sul modello del teatro Quirino di Roma ispirato al ’400 italiano, fu decorato dall’architetto Arturo Levi. La sala da 1000 posti a sedere, destinata principalmente alla prosa, fu poi trasformata in cinema. Oggi cinema multisala, conserva ancora il nome di Nazionale.

Teatro Minerva

Edificato come anfiteatro estivo su iniziativa di Luigi De Santi, era ubicato tra via del Coroneo, via Fontana (attuale via Rismondo) e via della Crociera (via Zanetti). La sua costruzione fu affidata al Consorzio dei Falegnami. Inaugurato nell’estate del 1905 con l’opera L’Ebreo di Giuseppe Apolloni, ospitò in seguito numerose compagnie di prosa, lirica, operetta e arte varia. Nel 1912, dopo una fortunata stagione operettistica, le avverse condizioni atmosferiche e amministrative ne decretarono il fallimento. Venne demolito nel 1913.

Teatro Eden

Sito in via dell’Acquedotto (oggi viale XX Settembre), l’edificio, tra i più significativi esempi di stile liberty a Trieste, fu progettato dal grande architetto milanese Giuseppe Sommaruga, con il patrocinio di Rodolfo Ullmann. L’inaugurazione del teatro con il nome di Nuovo Filodrammatico avvenne il 25 dicembre 1907 con la commedia Meno Cinque della Compagnia comica Sichel-Galli-Guasti. Nel giugno 1908 Ullmann, sull’orlo di una bancarotta, fu costretto a cedere il teatro che, rilevato da Windspach e Kovats Brun, adottò definitivamente il nome Eden e dal 1935 venne adibito a sala cinematografica, utilizzo che prosegue anche oggi. Dagli anni ’90 del ’900 è noto come Cinema Ambasciatori.

Teatro Excelsior

Il Teatro Excelsior fu costruito, su progetto degli ingegneri Giorgio Polli e Guglielmo Olivetti, dall’ingegner Geiringer tra via Muratti e viale XX Settembre. Inaugurato il 24 ottobre 1925, venne gestito dalla società Stefano Pittaluga che lo adibì a sala per spettacoli di cine-varietà. Il teatro, che conteneva circa 1800 persone, venne arredato sfarzosamente. Trasformato in sala cinematografica, ha mantenuto lo stesso nome fino alla chiusura, avvenuta nel 2009.

Teatro Auditorium

Dal 1962 al 1969 il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia trovò ospitalità nella sala Auditorium del palazzo della Questura. Qui, accanto ad autori classici rappresentati con l’apporto scenografico di artisti come Bruno Chersicla, Emanuele Luzzati e Sergio D’Osmo, trovavano spazio spettacoli d’avanguardia, sovente oggetto di censura. La sala si rivelò presto inadeguata a ospitare un sempre crescente numero di appassionati e il Teatro Stabile nel 1969 trovò sede definitiva al Politeama Rossetti, appena restaurato grazie all’interessamento del sindaco Gianni Bartoli e al contributo del Lloyd Adriatico.

Teatro Nuovo

Sito in via Giustiniano, nacque come palestra e fu adattato a teatro nel secondo dopoguerra dagli Alleati, per poi essere trasformato in cinema. Acquisito nel 1954 dall’Associazione per il Teatro Stabile di Prosa di Trieste (nata nel 1952), vi si svolsero gli spettacoli della Società dei Concerti e del Centro Universitario Cinematografico. Fu famoso per la messa in scena di testi d’avanguardia, in alcuni casi mai rappresentati in Italia, e per le scenografie firmate da celebri artisti locali come Marcello Mascherini e Guido Marussig. La sala fu demolita alla fine della stagione 1961/62 per volontà dei nuovi proprietari dell’edificio.

Castello di San Giusto

Negli anni ’30 del ’900 il Comune, divenuto proprietario del Castello, decise di farne un museo e un centro di attrazione culturale e turistica, promuovendo un’imponente opera di restauro. Il Cortile delle Milizie fu trasformato in teatro all’aperto con un grande palcoscenico in legno, che nel 1951 fu dotato di uno schermo per proiezioni cinematografiche. Dopo le prime manifestazioni dell’estate 1936, l’inaugurazione ufficiale si tenne il 2 luglio 1937 con Pagliacci di Leoncavallo. Dal secondo dopoguerra il Cortile ha ospitato spettacoli di vario genere, dall’operetta al cinema. Palco e platea, ristrutturati negli anni ’60, sono stati demoliti nel 2004. Dal 2017 il Castello è tornato sede per spettacoli all’aperto.

Teatro Sloveno

Tra ’800 e ’900 operarono a Trieste principalmente due compagnie drammatiche slovene: la Compagnia dei Filodrammatici sloveni (Slovenski diletantje), costituita nel 1874, e l’Associazione teatrale (Dramatično društvo), fondata nel 1902. La loro prima sede stabile fu il Narodni Dom, centro culturale polivalente costruito da Max Fabiani nel 1904 in piazza delle Armi (attuale piazza Oberdan), distrutto nel 1920 da un incendio provocato dalle squadre fasciste. Il 5 dicembre 1964 fu inaugurata in via Petronio la nuova sede del Kulturni Dom, la Casa della Cultura Slovena, su progetto dell’architetto Edo Mihevc, nel cui edificio trovò spazio anche il Teatro Stabile Sloveno (Slovensko Stalno Gledališče), che nel 1977 ottenne il riconoscimento ministeriale.

Teatro Orazio Bobbio

L’edificio di via del Ghirlandaio fu costruito nel 1952; la sala era concepita come cinema, ma sul piccolo palcoscenico poteva ospitare anche altri generi di spettacolo. Nel 1967 il Cinema Teatro Cristallo fu trasformato in teatro per spettacoli di varietà, operetta, prosa e danza. Nel 1983 vi trovò sede fissa il Teatro Popolare La Contrada, oggi La Contrada-Teatro Stabile di Trieste, compagnia fondata il 22 aprile 1976. Il Teatro Cristallo, dal 2007 intitolato a Orazio Bobbio, propone un cartellone variegato in cui alle produzioni della Contrada, molte delle quali privilegiano un repertorio tradizionale e popolare in dialetto triestino, si affiancano compagnie e interpreti rivolti a un circuito nazionale.

Teatro Romano

Il toponimo “rena” ricordava dal Medioevo l’esistenza, tra le vie di Donota e Riborgo, di un edificio per spettacoli di età romana. Nel 1814 l’architetto Pietro Nobile ne rilevò la planimetria scoprendo che si trattava di un teatro e non di un’arena o anfiteatro come popolarmente si riteneva. L’edificio, del I secolo a.C., fu riportato alla luce tra il 1936 e il 1938 e restaurato per permetterne il riutilizzo. La cavea, che sfrutta la collina, ha una gradinata con due ripiani, suddivisa verticalmente in quattro settori; il proscenio, fisso, ornato di statue e nicchie si ergeva in prossimità dell’allora linea di costa. Il 18 agosto 1964 l’Elettra di Sofocle con le scenografie di Marcello Mascherini riaprì dopo 18 secoli il teatro al pubblico. Oggi ospita occasionalmente spettacoli e concerti estivi.

Teatro Miela

È nato per volontà di un gruppo di amanti di cinema, teatro, musica, arti figurative e video costituitosi in cooperativa sul finire degli anni ’80 del ’900. Tra i primi soci della Cooperativa Bonawentura, che si autodefinisce orgogliosamente “stabilmente instabile”, figurano personalità quali Franco Giraldi, Tullio Kezich, Alberto Farassino oltre ad artisti, operatori culturali e semplici appassionati. Il 3 marzo 1990 veniva inaugurato il Teatro Miela, così chiamato in onore della grande artista triestina Miela Reina: una sala teatrale di 350 posti con una saletta video da 60 posti e uno spazio adibito a videoteca. Nato dalla ristrutturazione, ad opera dell’architetto Roberto Dambrosi, dell’ex Cinema Aldebaran, ceduto generosamente in comodato dalla Compagnia portuale triestina, l’edificio ospita oggi anche la Casa del Cinema.

Palazzo Gopcevich

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