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I Capuleti e i Montecchi

A cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

Giuditta Grisi, interprete di Romeo alla prima assoluta dei «Capuleti e Montecchi» al Teatro La Fenice di Venezia nel 1829 e al Teatro Grande di Trieste nel 1837
Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”
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Lunedì 20 febbraio 2023 alle ore 17.30, per il cartellone dei «Lunedì dello Schmidl» è dedicato a «I Capuleti e i Montecchi» di Vincenzo Bellini l’appuntamento con «FUORI SCENA», il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste.
L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione
Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.
L’opera, nella produzione firmata da Arnaud Bernard nell’allestimento della Fondazione Arena di Verona in coproduzione con la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e con la Greek National Opera, sarà in scena dal 24 febbraio al 5 marzo al “Verdi” di Trieste. Sul podio il Maestro Enrico Calesso, Maestro del Coro Paolo Longo.
Allo “Schmidl” sarà la giornalista Sara Del Sal a raccontare l’opera del compositore
catanese, avvalendosi anche di esempi musicali e video.
Può sorprendere che un capolavoro come «I Capuleti e i Montecchi» di Vincenzo Bellini,
andato in scena per la prima volta al Teatro La Fenice l’11 marzo del 1829, sia nato sotto l’egida
del “riciclo”, ovvero del riutilizzo di fonti eterogenee, fuse per dare vita a un opus composto da
elementi già esistenti, ma di fatto nuovo per le orecchie degli ascoltatori.
L’opera, nata in fretta per sostituirne una mai consegnata da Giovanni Pacini, avrebbe
avuto la sua prima rappresentazione a Trieste nel febbraio del 1831, due anni dopo la prima
veneziana.
Col suo fido librettista, Felice Romani, Bellini fece di necessità virtù e, per uno di quei casi
celebri nella storia del melodramma, l’assemblaggio dei materiali che compongono «I Capuleti e i
Montecchi» (provenienti in gran parte dalla precedente «Zaira») produsse un’opera di successo.
L’esiguità del tempo costrinse Romani ad un eccezionale sforzo di concisione, che risolse in una
drastica riduzione del numero dei personaggi, anche accorpando alcune delle figure iconiche del
dramma di Shakespeare (qui assume più peso Tebaldo) e spostando il focus dell’opera più sul
conflitto politico tra le fazioni guelfe dei Capuleti, legati al papato, e quelle ghibelline dei
Montecchi, legati all’imperatore (come suggerisce d’altronde il titolo «I Capuleti e i Montecchi»),
che non su quello della “pietosa istoria” sentimentale dei giovani sfortunati amanti Giulietta e
Romeo.

Nondimeno le arie, gli insiemi, e gli emozionanti duetti composti per quest’opera
appartengono agli esiti più alti della vocalità belliniana, come – per fare solo un paio di esempi – le
famose arie di Giulietta «Ah, quante volte» e «Ah! Non poss’io partir». A Venezia in quella
primavera del 1829 il caso volle che per il ruolo di Romeo fosse disponibile il mezzosoprano
Giuditta Grisi, versata nei ruoli en travesti e, pensando a lei, Bellini e Romani riadattarono il libretto
della «Giulietta e Romeo» che Romani aveva composto per Nicola Vaccai nel 1825, in cui la parte
di Romeo era affidata un contralto en travesti. Vincenzo Bellini, principe della melodia, nei
«Capuleti e Montecchi» ne fa particolare sfoggio. La partitura è fra le sue più ricche di sfoghi lirici
memorabili, fino a uno dei punti più alti di tutto il suo teatro sonoro: la sublime aria di addio a
Giulietta «Deh! Tu, dell’anima» che il giovane Montecchi intona nel finale, prima che una tragica
ironia consegni il suo corpo morente al risveglio dell’amata.
Interpreti dell’opera al Verdi saranno: Caterina Sala (24, 26/II – 3, 5/III) e Olga Dyadiv (25/II
– 4/III) nel ruolo di Giulietta, Laura Verrecchia (24, 26/II – 3, 5/III) e Sofia Koberidze (25/II – 4/III)
nel ruolo di Romeo, Marco Ciaponi (Tebaldo), Viktor Shevchenko (Capellio) e Emanuele Cordaro
(Lorenzo).

Ingresso libero fino ad esaurimento di posti disponibili.
Consigliata la prenotazione (indicando nome, cognome e recapito telefonico)
all’indirizzo di posta elettronica info@amiciliricaviozzi.it

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