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LA FILLE DU RÉGIMENT

Terzo appuntamento con
RACCONTA L’OPERA
Ciclo di conversazioni con ascolti
a cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

Lunedì 12 febbraio 2018
ore 17.30

Lunedì 12 febbraio 2018, alle ore 17.30, per il cartellone dei “Lunedì dello Schmidl” è dedicato a «LA FILLE DU RÉGIMENT» di Gaetano Donizetti il terzo appuntamento con «RACCONTA L’OPERA», il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste.
L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.
L’opera, nella produzione firmata da Sarah Schinasi (scene di Pier Paolo Bisleri e costumi di Gianluca Falaschi) e nell’allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, sarà in scena dal 16 al 24 febbraio al “Verdi” di Trieste per la direzione musicale del Maestro croato Simon Krečič.
Allo “Schmidl” sarà la giornalista Elisabetta D’Erme a raccontare l’opera del compositore bergamasco, col supporto di esempi musicali e video e con la partecipazione, quale ospite d’onore, del tenore Shalva Mukeria.
Composta da Donizetti durante il suo soggiorno parigino, la «La fille du régiment» è un opéra comique in due atti su libretto di Jean Francois-Alfred Bayard e Jules Henri Vernoy de Saint-Georges. Andata in scena per la prima volta all’Opéra Comique di Parigi l’11 febbraio 1840 diretta dall’autore, l’opera, nella traduzione di Callisto Bassi, ebbe il suo debutto italiano alla Scala di Milano il 3 ottobre successivo e il suo ‘debutto’ a Trieste il primo febbraio del 1849. A quest’ultimo faranno seguito cinque ulteriori allestimenti; nel 1870, nel 1896, nel 1952, nel 1987 e nel 2009.
L’azione si svolge in Svizzera e narra di una bimba allevata con amore dai soldati del Reggimento savoiardo in quanto creduta orfana; il giovane tirolese Tonio, che l’ama riamato, vorrebbe arruolarsi per sposarla, ma viene scambiato per una spia e arrestato. Dopo tutta una serie di equivoci e contrattempi anche comici, l’intreccio drammaturgico si scioglie nella rivelazione che Marie è, in realtà, la figlia segreta della castellana del paese presso cui sosta il reggimento ossia quella Marchesa di Berkenfield che non vede l’ora di riprendersi il suo ruolo di madre e, dopo qualche reticenza, acconsente pure alle nozze tra la figlia e il suo innamorato, garantendo così il lieto fine alla vicenda. La partitura, che vede il coro maschile sempre in primo piano, musicalmente si rivela molto piacevole all’ascolto, alternando arie famose a duetti e terzetti di grande effetto; alla protagonista Marie, di solito affidata a un soprano lirico leggero, sono riservate due arie molto belle come «Il faut partir» e «Par le range et par l’opulence- Salut à la France», ma è a Tonio che appartiene il momento più famoso e atteso dell’opera ossia l’aria «Ah, mes amis, quel jour de fête» con la successiva cabaletta «Pour mon âme», meglio conosciuta come la famosa aria “dei nove do di petto”, in quanto la ripresa prevede, in effetti, quattro doppie puntature al do4, seguite da una nona coronata nella cadenza conclusiva. Nella prassi esecutiva ottocentesca queste note venivano eseguite in falsetto. Con il passaggio a una fonazione a piena voce, secondo un gusto più moderno, le stesse hanno fatto diventare il brano un autentico pezzo di bravura esecutiva che ha contribuito a consacrare il mito di Luciano Pavarotti.

L’ingresso alla manifestazione è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Palazzo Gopcevich

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