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La Traviata

I LUNEDI’ DELLO SCHMIDL
«LA TRAVIATA»
Settimo appuntamento con
RACCONTA L’OPERA
Ciclo di conversazioni con ascolti
a cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

Lunedì 18 giugno 2018
ore 17.30

Lunedì 18 giugno 2018, alle ore 17.30, per il cartellone dei “Lunedì dello Schmidl” è dedicato a «LA TRAVIATA» di Giuseppe Verdi il settimo appuntamento con «RACCONTA L’OPERA», il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste.
L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.

L’opera, nella produzione firmata da Giulio Ciabatti (scene Italo Grassi, coreografie Guillermo Alan Berzins) per il nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”, sarà in scena dal 22 al 30 giugno al “Verdi” di Trieste per la direzione musicale del Maestro Pedro Halffter Caro.
Allo “Schmidl” sarà il musicologo Paolo Di Nicola a raccontare l’opera del compositore di Busseto, col supporto di esempi musicali e video. Paolo Di Nicola, giornalista, critico musicale e studioso di vocalità, dal 2001 cura per Radio Vaticana il proprio programma «La voce umana». Ha scritto numerosi saggi, tra cui un volume dedicato all’opera di Giuseppe Verdi. (Ed. Ensemble, Roma).

«La traviata» è opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave tratto dal romanzo «La Dame aux camelias» di Alexandre Dumas figlio e fa parte, insieme a «Rigoletto» e «Trovatore», della cosiddetta ‘trilogia popolare’ di Verdi. La prima rappresentazione, avvenuta alla Fenice di Venezia il 6 marzo 1853, non ebbe il successo auspicato da Verdi, vuoi per gli interpreti carenti vuoi per il soggetto allora considerato scabroso. Al contrario, la ripresa dell’anno successivo sempre a Venezia – Teatro San Benedetto – per quanto rimaneggiata e trasposta al XVIII secolo per sfuggire alle maglie della censura, ma questa volta con interpreti adeguati e la direzione dello stesso Verdi, riscosse un grandissimo successo, prolungatosi fino ai nostri giorni. «Ti prego dunque di adoperarti affinché questo soggetto sia il più possibile originale e accattivante nei confronti di un pubblico sempre teso a cercare in argomenti inusuali un confine alla propria moralità» scriveva Verdi a Piave, suggerimento che il fidato collaboratore non mancò di realizzare al meglio, condensando la vicenda di Violetta, Alfredo e papà Germont in tre atti pregni di emozioni e sentimenti, compressi nella gabbia del dovere morale, ma pronti a rompere i rigidi schemi delle convenzioni sociali per inseguire la propria idea di felicità.
Una struttura narrativa funzionale alla straordinaria inventiva melodica di Verdi, che ha nobilitato trama e versi con un condensato di preludi, arie, duetti, terzetti e scene corali di seducente bellezza e prodigiosa efficacia teatrale. Il ruolo della protagonista è, da sempre, campo di confronto delle grandi primedonne. Si dice comunemente che l’interprete di Violetta deve avere tre voci, ovvero la duttilità per modificare il carattere vocale in ogni atto: agilità e virtuosismo per la grande scena del primo atto «È strano…sempre libera», intensità drammatica da soprano lirico per il duetto con Germont padre e l’«Amami Alfredo» del secondo atto e, infine, la vocalità piena di soprano drammatico per l’«Addio del passato» nel terzo atto. Analogamente, la vocalità di Alfredo richiede al tenore un timbro ampio e squillante, e la capacità di passare da un canto lirico, a tratti doloroso e nostalgico, a uno più declamato e sillabico, mentre la tessitura baritonale di Giorgio Germont connota e definisce perfettamente il sentimento paterno. Per il profluvio melodico che la connota, «La traviata» è, senza dubbio, un titolo che ‘fa cassetta’, in cui «Libiam ne’ lieti calici», «De’ miei bollenti spiriti», «Pura siccome un angelo», «Di Provenza il mar il suol» sono alcune delle perle che rendono immortale questa che è forse l’opera più rappresentata in assoluto nei teatri di tutto il mondo.

L’ingresso alla manifestazione è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Palazzo Gopcevich

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