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Le stanze della musica – La musica da camera – giovedì 12 maggio 17:30

Giovedì 12 maggio, alle ore 17.30, con l’appuntamento dedicato alla MUSICA DA CAMERA, giunge a compimento l’edizione 2015-2016 del ciclo LE STANZE DELLA MUSICA, realizzato nel segno della collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” ed il Conservatorio “Giuseppe Tartini”. La formula è quella, già sperimentata con successo, di una speciale visita guidata, a cura del Conservatore dello “Schmidl” Stefano Bianchi, dedicata di volta in volta ad uno o più strumenti delle collezioni dello “Schmidl”, nella sua sede di Palazzo Gopcevich (Via Rossini, 4), presentati dai giovani musicisti del “Tartini” e dai loro insegnanti.
Ad accompagnare i visitatori in un percorso all’interno della letteratura cameristica, saranno la professoressa Paola La Raja ed alcuni dei suoi allievi, in formazioni variabili dal duo al settimino.
Milica Tomić e Arianna Russolo al flauto, Alexandar Antic alla chitarra, Snežana Aimovi al violino, Maria Lydia Mayr e Davide Forti al violoncello, Kevin Reginald Cooke al contrabbasso, Denis Daneu alla tromba, Alessio Bergamasco al clarinetto, Davide Zorzenon alla fisarmonica, Francesca De Nardi, Eveline Kerr, Emanuele Decolle e Mizuho Furukubo al pianoforte eseguiranno pagine di Mauro Giuliani, Ludwig van Beethoven, Paul Hindemith, Ladislav Němec e Johann Nepomuk Hummel.
La partecipazione è compresa nel normale biglietto di ingresso al Museo: intero euro 4,00; ridotto euro 3,00; gratuito per i bambini fino a sei anni non compiuti.

Mentre è già in fase di eleborazione il programma dell’edizione 2016-2017 delle STANZE DELLA MUSICA, la rassegna offrirà un duplice fuori programma, giovedì 19 e giovedì 26 maggio.
Piani a cilindro, autopiani e scatole sonore il titolo dell’appuntamento in calendario giovedì 19 maggio, dedicato alla collezione di strumenti meccanici dello “Schmidl”, anche nelle possibili interazioni evocate dall’installazione multimediale “Teapot Graffiti” di Adriano Castaldini per ARTEFATTO 2016.
Protagonisti dell’appuntameno di giovedì 26 maggio, intitolato SOUNDStories in collaborazione con l’Associazione culturale Furlap di Udine, saranno Giovanni Floreani, Paolo Tofani, Claudio Milano e Evaristo Casonato. In questo caso saranno gli strumenti etnici di area europea e quelli di provenienza indiana della collezione dello “Schmidl” a riflettersi nell’elaborazione live electronics.
Per gli appuntamenti del 19 e del 26 maggio sono ancora disponibili posti per il turno mattutino dedicato alle scuole con particolare attenzione a quelle ad indirizzo musicale. Per le scuole interessate al turno del mattino è prevista la prenotazione obbligatoria telefonando allo 040 6754072 nei seguenti orari: lunedì e mercoledì 9-16, martedì, giovedì e venerdì 9-13.

Evento collaterale del 9° Festival del Canto Spontaneo organizzato da Furclap, il progetto SOUNDStories / AREA&STREPITZ open project è una sintesi di esperienze, suggestioni, percorsi ed elaborazioni personali dei musicisti che l’hanno voluto e realizzato. Si tratta di artisti di provenienza, estrazione e percorsi diversissimi, che hanno in comune il piacere (anzi, quasi la necessità) di ricerca sonora e la ferma volontà di sperimentare inedite forme di collaborazione. Ne nasce, quindi, una piacevole congiuntura, un nuovo algoritmo musicale che esce dalla canonicità compositiva, inserendo elementi che hanno a che fare con la sensibilità umana, con il bagaglio delle tradizioni popolari, ma anche di lontanissime etnie antiche e moderne (messe a confronto), patrimonio degli studi e della conoscenza di ciascuno dei musicisti. Giovanni Floreani, già ideatore del progetto “Strepitz” nel 1999 con il quale ha prodotto dieci cd, tre dvd e una pubblicazione letteraria, ha coinvolto Paolo Tofani, un riferimento importante per i molti che hanno amato e vissuto l’eccezionale esperienza “Area” negli anni ‘70. Claudio Milano, una voce che spesso diventa uno strumento accentua l’impatto sperimentale del progetto mentre Evaristo Casonato, già coinvolto a più riprese nel progetto Strepitz, inserisce un tocco di elegante sobrietà attraverso la magia sonora dell’oboe.

Palazzo Gopcevich

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