Lunedì 30 ottobre 2023 alle ore 17.30, per il cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», è dedicato a «Manon Lescait» di Giacomo Puccini il primo appuntamento della stagione con «FUORI SCENA», il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste. L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.
L’opera – nella produzione della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione tra Opéra de Monte-Carlo ed Erfurt Theatre, firmata da Guy Montavon (scene di Hank Irwin Kittel, costumi di Kristopher Kempf) – sarà in scena dal 2 al 12 novembre al “Verdi” di Trieste. Sul podio il Maestro Concertatore e Direttore Gianna Fratta, maestro del Coro Paolo Longo.
Allo “Schmidl” sarà la musicologa Rossana Paliaga a raccontare l’opera del compositore toscano, avvalendosi anche di esempi musicali e video.
Non è difficile capire le ragioni del trionfo di «Manon Lescaut» dramma lirico in quattro atti su libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica con interventi di Marco Praga, Ruggero Leoncavallo, Giacomo Puccini, Giulio Ricordi e Giuseppe Adami, tratto dal romanzo «Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut» di Antoine François Prévost. Fin dalla sua prima rappresentazione assoluta, a Torino, al Teatro Regio, il 1 febbraio 1893, il pubblico restò stregato da un flusso melodico incessante, fresco ed ispirato; s’entusiasmò per una vicenda dove campeggia un amore assoluto, superiore anche al degrado morale dei protagonisti; si compiacque nell’ascoltare un’orchestra più attiva del solito, che dialogava coi cantanti e ne metteva a fuoco ansie, pulsioni, sentimenti.
La prima rappresentazione a Trieste di «Manon Lescaut» è di un anno successiva alla prima torinese. L’opera va in scena al Teatro Comunale il 20 gennaio 1894.
Terza opera di Giacomo Puccini, già musicista internazionale e primo italiano a dichiararsi un wagneriano, «Manon Lescaut» segnò l’inizio della sua fruttuosa collaborazione con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. È la storia di una giovane che invece di diventare suora finisce per fare la cortigiana, «bizzarro contrasto di amore, di civetteria, di venalità, di seduzione». Puccini tratteggia l’atmosfera del ‘700, particolarmente i suoi tratti ipocriti e leziosi, ma anche la tragica forza dell’amore sensuale fra la giovane Manon e il suo amante, il cavaliere Des Grieux, fino alla loro morte insieme, deportati con prostitute, vagabondi e fuorilegge nel deserto della Louisiana. Rispetto alla «Manon» di Massenet tutta “cipria e minuetti”, Puccini legge l’originale soggetto di Prévost “all’italiana, con passione disperata”. Straordinarie le più famose pagine di quest’opera: «Tra voi belle, brune e bionde» (Edmondo), «Donna non vidi mai» (Des Gieux), il lungo duetto d’amore tra Manon e Des Grieux del secondo atto, fino allo straziante finale di Manon «Sola, perduta, abbandonata».
Ingresso libero fino ad esaurimento di posti disponibili.
Consigliata la prenotazione (indicando nome, cognome e recapito telefonico) all’indirizzo di posta elettronica info@amiciliricaviozzi.it