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VERDI, MOZART E L’UTOPIA DEL TEATRO D’OPERA

Una visita drammatizzata alla mostra con gli attori del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Mercoledì 21 marzo 2018
ore 17.30
Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”

«Da qui la mia decisione di chiudere, con il “Don Giovanni”, la mia carriera con il teatro d’opera. Più di cinquanta opere allestite in condizioni diverse, talvolta difficilissime, talvolta quasi impossibili, ma sempre al limite della professionalità e dell’arte, mi sono sufficienti. Se incontrerò ancora l’opera – e francamente non lo credo – non sarà certo in questo stato di cose né con questi metodi». Annotava così Giorgio Strehler all’indomani dell’esperienza del «Don Giovanni» mozartiano (seconda tappa, dopo le «Nozze di Figaro», nella Trilogia Mozart-Da Ponte) che ebbe il suo debutto al Teatro alla Scala di Milano il 7 dicembre del 1987.
Al completamento della Trilogia Mozart-Da Ponte, con l’allestimento del «Così fan tutte» avrebbe messo mano dieci anni più tardi. La morte lo avrebbe colto il giorno di Natale del 1997, un mese prima del debutto dello spettacolo.
Alle regie strehleriane per il teatro d’opera (in particolare quelle relative alle opere di Verdi e di Mozart) è dedicato l’appuntamento in calendario mercoledì 21 marzo con inizio alle ore 17.30 all’interno della mostra «Giorgio Strehler. Lezioni di Teatro» allestita dal Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” nella sua sede di Palazzo Gopcevich in Via Rossini 4.
Inaugurata lo scorso mese di dicembre alla presenza di Ferruccio Soleri, storico Arlecchino strehleriano, l’esposizione si colloca nell’ambito delle iniziative messe in campo congiuntamente dal Comune di Trieste, dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e dalla RAI – Sede Regionale per il Friuli Venezia Giulia, per rileggere – a vent’anni dalla scomparsa – la lezione di un grande maestro del teatro del Novecento, con un’attenzione particolare ai suoi rapporti con Trieste, sua città natale.
Il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” è depositario del Fondo “Giorgio Strehler”, istituito nel 2005, a seguito della donazione delle eredi del Maestro, Andrea Jonasson e Mara Bugni, costituito da oltre 4.000 tra volumi e periodici, 148 buste d’archivio, scatole d’archivio contenenti bozzetti scenografici, figurini, fotografie, manifesti e locandine. La mostra dello “Schmidl” mette ‘in scena’ questo straordinario patrimonio, anche attraverso un programma di eventi, incontri, approfondimenti, visite guidate e drammatizzate.
Introdotti da Stefano Bianchi, Conservatore dello “Schmidl”, dall’archivista Franca Tissi (artefice dell’ordinamento del Fondo “Giorgio Strehler”) e dal regista Franco Però (Direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia), nell’appuntamento di mercoledì 21 marzo saranno gli attori Federica De Benedittis, Filippo Borghi, Andrea Germani e Riccardo Maranzana a dar voce alle carte del Fondo in esposizione, in un inedito “dietro le quinte” delle regie operistiche di Giorgio Strehler.
Si accede con il normale biglietto di ingresso al Museo: intero euro 4,00; ridotto euro 3,00.

Palazzo Gopcevich

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