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Viktor Parma: un triestino dimenticato

«Viktor Parma: un triestino dimenticato» è il titolo dell’incontro a due voci in calendario lunedì 13 aprile 2015 alle ore 17.30 nell’ambito dei «Lunedì dello Schmidl», nella sala “Bobi Bazlen” al piano terra di palazzo Gopcevich (Via Rossini 4). A delineare il ritratto del compositore, nato a Trieste nel 1858 e morto a Maribor nel 1924, saranno Paolo Petronio, autore dell’unica monografia esistente su Viktor Parma, ed il giornalista Luciano Santin.

L’appuntamento si colloca nel contesto di una serie di approfondimenti dedicati alla produzione musicale a Trieste negli ultimi decenni dell’impero absburgico, a margine della mostra «La grande Trieste. 1891-1914», visitabile al Salone degli Incanti-ex Pescheria fino al 3 maggio e nell’ambito della quale il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” ha realizzato la sezione «Scatola magica: i luoghi della musica e dello spettacolo».

L’attività compositiva di Viktor Parma, nato a Trieste, in Piazza Barbacan, nel 1858, in una famiglia slovena, si colloca nel contesto del risveglio delle culture nazionali che attraversa l’Ottocento. Parma mostrò, fin da piccolo, inclinazione per la musica e fece degli studi molto seri, portandoli a compimento a Vienna sotto la guida di Anton Bruckner. Contemporaneamente si laureò in giurisprudenza e, seguendo le orme del padre, trovò lavoro come commissario di polizia, carriera che seguirà per gran parte della sua vita. Musicalmente invece, anche perché svolse la sua attività professionale in molte città della Slovenia, decise di fondare la scuola musicale nazionale slovena seguendo l’esempio dei cechi Smetana e Dvořák. Divenne così il padre dell’opera lirica slovena con le sue opere, che si basano in gran parte su episodi della storia slovena; il suo capolavoro, Zlatorog, affronta una delle più celebri leggende delle Alpi Giulie. Contemporaneamente creò pure la grande operetta slovena. Ebbe relativamente un buon successo e, per la comunità slovena di Trieste, divenne un simbolo: molte sue opere vennero così rappresentate al Narodni Dom, mentre Trebiciano diede il suo nome alla banda locale. Si mostrò contrario alla prima guerra mondiale e per questo motivo fu punito dal governo austriaco con il pensionamento forzato. Dopo la guerra, la nuova Jugoslavia si disinteressò di lui. Trieste lo ricordò nel 1924 con un trafiletto dopo la sua morte avvenuta a Maribor nel 1924 dove ormai viveva, e lo ricordò solo perché punito dal governo austriaco. Dopo la seconda guerra mondiale, la sua musica fu osteggiata dal governo comunista jugoslavo e proibita. Solo dal 2002 in poi il suo nome è riapparso nei teatri sloveni e la sua musica è stata riscoperta. L’incontro in calendario nell’ambito dei «Lunedì dello Schmidl» si configura come il primo passo nella direzione della riscoperta a Trieste, anche in sede esecutiva, di Viktor Parma, autore, secondo Paolo Petronio, delle migliori opere liriche e operette composte da un compositore triestino.
Il successivo appuntamento – nell’ambito dei «Lunedì dello Schmidl», attorno al tema «La grande Trieste all’opera» – sarà dedicato Giuseppe Dannecker, con una conferenza-concerto in calendario il 27 aprile, realizzata in sinergia con il Circolo della Cultura e delle Arti, con la partecipazione della soprano Monica Cesar e della pianista Adele D’Aronzo.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni: tel. 040 675 4039

COMTS

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