Ultimi giorni per visitare la mostra Alfabeto Schmidl

Ultimi giorni per visitare, a ingresso libero, la mostra Alfabeto Schmidl. Cent’anni di Museo Teatrale, allestita, nella Sala Selva al piano terra di Palazzo Gopcevich (Via Rossini 4), nella ricorrenza del centesimo anniversario della fondazione del Museo e la cui apertura è stata prorogata fino a domenica 15 giugno. Il catalogo è disponibile in mostra.

L’esposizione, aperta da mercoledì a domenica con orario 10-16, propone un abecedario di suoni, immagini, oggetti e documenti che arbitrariamente declina la multiforme varietà delle collezioni del Museo, nato per volontà dell’editore musicale Carlo Schmidl. Costumi e gioielli di scena, manifesti, locandine, fotografie, stampe, medaglie, dipinti, strumenti musicali, cimeli, libri, fondi archivistici e manoscritti costituiscono l’ossatura di un teatro della memoria che da un secolo incrementa le sue collezioni nello spirito del fondatore. Curata da Stefano Bianchi, Conservatore dello Schmidl, assieme a Elisabetta Buffulini, Emilio Medici e Cristina Zacchigna, e con la collaborazione di Francesco Recanati e Cristiano Rossetti, l’esposizione suggerisce inediti percorsi di lettura in questo straordinario patrimonio, in un itinerario dalla A alla Z, anche attraverso una serie di incontri di approfondimento, che si sono susseguiti nell’ambito del tradizionale cartellone dei «Lunedì dello Schmidl».

Lunga è la lista di protagonisti e testimoni di un viaggio nella cultura teatrale e musicale rappresentata e custodita nelle collezioni del Museo, che costituiscono l’ossatura dell’esposizione: gli Archivi e la Biblioteca del Museo; il mezzosoprano Fedora Barbieri, Angelo Cecchelin e Eleonora Duse; le Edizioni musicali Schmidl e il Fortepiano; il compositore e direttore d’orchestra Franco Faccio e Ginevra di Scozia, opera inaugurale nel 1801 del Teatro Nuovo (l’attuale Teatro Verdi); il violinista Julius Heller e il compositore Antonio Illersberg; il violinista Augusto Jancovich e il pianista Alfredo Jaëll; il baritono Giuseppe Kaschmann e i compositori Carl Ferdinand Lickl e Franz Lehár; il baritono Delfino Menotti e l’opera Nozze istriane di Antonio Smareglia; l’artista Argio Orell e il Piano melodico; la soprano Ida Quaiatti e i compositori Luigi Ricci e Giuseppe Rota; lo stesso fondatore del Museo, Carlo Schmidl e il regista Giorgio Strehler; i Teatri di Trieste e l’impresario teatrale Rodolfo Ullmann; Giuseppe Verdi e i Violini in trincea di Carlo Stuparich e Gianni Pavovich; Richard Wagner e due strumenti musicali della tradizione musicale extraeuropea (uno Xilofono e uno Yüeh q’in, vale a dire la chitarra lunare cinese), per finire con l’Album Zinzendorf.

Palazzo Gopcevich

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