Mercoledì 28 maggio 2025
ore 17.30
Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich,
via Rossini 4, Trieste
La Biblioteca del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” di Trieste, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Il maggio dei libri”, organizza la presentazione del volume di recente pubblicazione, edito da Silvana editoriale, Attilio Badodi, fotografo di teatro. Sarà l’autrice, la dott.ssa Marianna Zannoni, ad illustrare gli studi che ha effettuato e il materiale che ha raccolto su quello che è stato uno dei protagonisti, soprattutto per quanto riguarda il mondo dello spettacolo, della fotografia italiana del ‘900.
Attilio Badodi nacque a Reggio Emilia nel 1880, mosse i primi passi da fotografo nel laboratorio dello zio e nel 1908 riuscì ad aprire il suo studio privato in via Brera a Milano e ad inserirsi nel mondo teatrale milanese. Amante del teatro ed assiduo frequentatore degli spettacoli milanesi, divenne amico di attori, musicisti, commediografi e scrittori tanto da essere definito il “Raffaello della lastra” dal commediografo e regista Giovacchino Forzano.
Il suo studio divenne meta delle celebrità del tempo che si recavano a farsi ritrarre come Lydia Borelli, Isa Miranda, Dina Galli, Maria Melato e Paola Borboni, Toscanini, Mascagni, Puccini, Pirandello, D’Annunzio, Petrolini, Emma Grammatica, Einaudi e tanti altri.
Badodi fu un vero professionista della “posa” ed espresse al meglio le proprie capacità artistiche con il ritratto e la fotografia “flou” che prediligeva fare nel proprio studio utilizzando la sola luce naturale.
L’archivio fotografico del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” conserva numerosi ritratti firmati da Attilio Badodi, tra cui quelli del tenore Enzo De Muro Lomanto, del comico dialettale Angelo Cecchelin, del baritono Riccardo Stracciari, dell’attore drammatico Ermete Zacconi, della ballerina Dolores Mitrovich, della soprano Gina Cigna, dell’attore Antonio Gandusio.
Il volume Attilio Badodi, fotografo di teatro costituisce l’ultima pubblicazione dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, da sempre impegnato nello studio dell’iconografia e della fotografia teatrale.