Musica e Shoà – Le note della memoria in una conversazione con ascolti con lo storico Alessandro Carrieri e il musicista Davide Casali

Lunedì 27 gennaio 2025 Ore 17.30
Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”

Via Rossini, 4 – Trieste

Il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” celebra il Giorno della memoria con la conversazione con ascolti «Musica e Shoà», che vede protagonisti lo storico Alessandro Carrieri e il musicista Davide Casali. L’appuntamento, a cura dell’Associazione Musica Libera, è in calendario lunedì 27 gennaio 2025 alle ore 17.30, alla Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (Via Rossini, 4), nell’ambito del cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», il ciclo di approfondimenti a cura di Stefano Bianchi che il Museo Teatrale da quasi in ventennio offre sulle proprie collezioni al pubblico dei cultori della musica e del teatro.

«Noi ci guardiamo l’un l’altro dai nostri letti – scrive Primo Levi in Se questo è un uomo – perché tutti sentiamo che questa musica è infernale. I motivi sono pochi, una dozzina, ogni giorno gli stessi, mattina e sera: marce e canzoni popolari care a ogni tedesco. […] Quando questa suona, noi sappiamo che i compagni fuori nella nebbia partono in marcia come automi; le loro anime sono morte e la musica li sospinge come il vento le foglie secche, e si sostituisce alla loro volontà».

Vito Levi (Trieste, 10 agosto 1899 – Trieste, 27 novembre 2002) CMT F 13900 Il Civico Museo Teatrale "Carlo Schmidl" custodisce l’eredità musicale e musicologica di Vito Levi, custodita nell’omonimo Fondo, istituito grazie alla donazione da parte di Laura Levi Tomizza, figlia del Maestro, del materiale archivistico e musicale relativo all’attività di Levi compositore, docente e musicologo.
Vito Levi (Trieste, 10 agosto 1899 – Trieste, 27 novembre 2002) CMT F 13900 Il Civico Museo Teatrale "Carlo Schmidl" custodisce l’eredità musicale e musicologica di Vito Levi, custodita nell’omonimo Fondo, istituito grazie alla donazione da parte di Laura Levi Tomizza, figlia del Maestro, del materiale archivistico e musicale relativo all’attività di Levi compositore, docente e musicologo.

Le parole di Levi evocano il ruolo crudele e paradossale che la musica assunse nei Lager nazisti: una colonna sonora infernale, che scandiva il lavoro forzato e soffocava le anime dei prigionieri. Ma il dramma della musica deformata come strumento di oppressione non si fermò ai campi di concentramento e sterminio di Hitler. Anche in Italia, sotto il regime fascista, la musica e i suoi protagonisti furono travolti dalla discriminazione e dalla persecuzione razzista tra il 1938 e il 1943.

L’appuntamento allo “Schmidl” vuole raccontare una storia di persecuzione, esili, deportazioni e resistenze: attraverso il contesto storico e le testimonianze, narrate da Davide Casali e Alessandro Carrieri, e l’ascolto delle musiche di Aldo Finzi (Milano, 4 febbraio 1897 – Torino, 7 febbraio 1945), Vito Levi (Trieste, 10 agosto 1899 – Trieste, 27 novembre 2002), Viktor Ullmann (Český Těšín, 1 gennaio 1898 – campo di concentramento di Auschwitz, 18 ottobre 1944) e Pavel Haas (Brno, 21 giugno 1899 – Auschwitz, 17 ottobre 1944), emergeranno le vicende di artisti perseguitati dal regime fascista e nazista. Casali e Carrieri si alterneranno per intrecciare storia e musica, svelando come quest’ultima possa farsi voce della memoria e offrire una prospettiva profonda e inedita sulla tragedia del Novecento.

Trieste – la “città musicalissima” – fu profondamente segnata dalla persecuzione antiebraica. Nel 1938, musicisti come Vito Levi, Lionello Levi e Vittorio Menassé furono espulsi dalle istituzioni musicali triestine; altri, come Davide Gentilli e Alberto Levi, furono deportati e assassinati nei Lager. Molti furono costretti all’esilio, come Davide (Guido) Nacamuli, privando la città e il Paese di un patrimonio culturale incalcolabile.

Ogni brano proposto nel corso dell’incontro rappresenta una testimonianza di vita, talento e resistenza. La musica, perseguitata e censurata, sopravvive come un linguaggio universale capace di raccontare la storia, ridare voce a chi è stato messo a tacere e combattere l’oblio.

 

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Palazzo Gopcevich

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